Recensione de “Il perfezionamento dello spreco”

Un incontro virtuale con il Laboratorio Musicale Aperto EOS che ci ha fatto scoprire un album notevole e una persona a cui va tutta la nostra stima. Inauguriamo nel migliore dei modi quella che si spera essere un’appasionata serie di recensioni "dal basso".

Quello del Laboratorio Musicale Aperto EOS è uno dei pochissimi progetti
attivi in Italia che tenta - ambiziosamente - di superare i rassicuranti
confini delle sette note intrecciando la propria produzione musicale con la
letteratura, la performance teatrale, alcune suggestioni cinematografiche,
l'(auto)analisi sociale e la critica politica con la P maiuscola.
Sperimentando, quindi, nuove soluzioni sonore e attingendo a piene mani sia dai
rumori della vita di tutti i giorni che dalle grandi opere artistiche del
passato. Sulle spalle l'eredità pesante di una certa avanguardia rock
degli anni 70 alla Faust, alla Residents e alla Battiato, attualizzata
anche grazie ad un utilizzo sapiente della tecnologia digitale che sfocia
in una produzione a bassa fedeltà molto consapevole dei propri mezzi. 
Il perfezionamento dello spreco, che con questo titolo omaggia l'opera di
Marcuse e la critica della società consumistica della Scuola di
Francoforte (e ben si sposa anche con la foto di copertina di Chris Jordan),
è il primo album composto e registrato da Demetrio Scelta, già co-autore
di Agosto, e da Alessio Chiappelli, che mette in campo, tra le altre cose,
una voce eclettica ed espressiva. 
Si parte subito con una citazione dal John Cage più impertinente per
approdare alla Tragedia delle foglie, dove un atmosfera alla Bachi da
pietra o alla Massimo Volume incontra un testo di Bukowski lasciando subito
trasparire un attenzione particolare per i testi che segnerà tutto il
lavoro, soprattutto nelle sue parti originali. Un basso pulsante alla Joy
Division caratterizza invece Mirò e precede un'inaspettata cover degli
Afterhours. Splendida l'interpretazione che i due danno di Lilicka (In
luogo di una lettura) di Majakovskij così come Consapevolezza, dove
ritmiche mediorientali intervallano le liriche crude e profonde di
Demetrio. Ancora spazio alla voce di Alessio nel divertissement di Eufonia
e subito dopo lo spaesamento di Tentativi di Fuga, si approda alla
Paralisi della Critica, il pezzo forte di tutto il lavoro, dove la sosta è
obbligata e l'unico sbocco possibile è una definitiva Alienazione, cupa ed
ossessiva. “L'Italia è una repubblica fondata sulle veline”,
“qualcuno pretenderà i diritti sullo sfruttamento della paura prima o
poi, oppure già l'incassa” “Benvenuti nella società senza
opposizione”: sono gli annunci gelidi che avrebbe urlato un Giovanni
Lindo Ferretti se non avesse mai vissuto la guerra fredda. Il tutto mentre
i ritmi e i rumori della società industriale, magnificamente immortalati
dai primi dischi degli Einsturzende Neubauten, si sgretolano per fare
spazio all'elettronica e alle manipolazioni digitali. 
Un disco che è un inno alla presa di coscienza delle potenzialità
inespresse, allo sguardo critico su tutto ciò che ci riguarda da vicino,
alle forzature ed al coraggio. Un disco molto bello, da ascoltare e poi da
riascoltare almeno tre volte. Un disco con i piedi ben piantati nella
propria epoca e lo sguardo rivolto verso un orizzonte sempre più offuscato
dalla sete di profitto, dal trionfo del voler apparire a tutti i costi, dall'incapacità di
mettere in piedi un'alternativa che muova da istanze collettive. Un disco
che, di sicuro, non è in cerca di colpevoli ma di responsabili. 
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